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      Codesta varietà di studj vivi e di divagazioni gli era imposta non tanto dalla mobilità dell'indole che non gli permetteva di fissarsi troppo a lungo in una occupazione esclusiva, ma dal proposito che vagamente gli era sorto in mente, dopo aver letta la traduzione squisita del Viaggio sentimentale di Sterne fatta dal Foscolo, di portare cioè alle più ampie proporzioni possibili quel modo di componimento, e di fare un lavoro letterario che riflettesse gli infiniti colori dell'umanità.
      A Venezia, dove noi conoscemmo il Baroggi del 1849, abbiam potuto vedere l'abbozzo ed alcune parti compiute di quell'opera vasta. E, secondo il parer nostro, quel lavoro condotto a compimento, avrebbe fatto un gran rumore nel mondo letterario; l'Italia avrebbe certissimamente avuto un uomo illustre di più, se eccezionali sventure e dolori fierissimi non avessero affranto quel generoso ed originalissimo ingegno.
      Intanto che il Baroggi stava, come fu detto, guardando ora una parte, or l'altra, or l'altra del fracassoso spettacolo del Monte Tabor, sentì battersi una spalla, e contemporaneamente udì la voce di Andrea Suardi. Con questi trovavasi un giovane di aspetto e di modi assai distinti.
      - Eccovi il vostro amico, gli disse questi. Stando laggiù, vi abbiam conosciuto. Si veniva in cerca di voi appunto... Siamo già stati alla vostra casa, e non avendovi trovato, abbiam detto che, siccome tutto il mondo corre qui, così vi sareste venuto anche voi. Non è un'ora del resto che il vostro amico ha potuto lasciare, e speriamo che sarà per sempre, la sua cella di Santa Margherita.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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