- Ma io scommetterei, concluse, che con quell'anima di poeta che avete e coll'amore che portate all'arte e alla gloria, voi cedereste tutti i vostri diritti alla ricchezza che probabilmente vi aspetta, per assaporare un giorno solo di compiacenza letteraria simile a quella onde oggi esulta il nostro Tommaso Grossi, che siede laggiù, come potete vedere, in mezzo a quella schiera numerosa di donne che gli fanno crocchio intorno, e lo guardano e lo esaminano e lo perlustrano da tutte le parti per vedere se chi ha scritto l'Ildegonda, e in questi giorni ha saputo far versare tante lagrime alle nostre belle impietosite, abbia gli occhi, o il naso, o la bocca diversi da quelli di tutti gli altri. Sono tre dì che la novella è uscita, e l'edizione è quasi tutta smaltita. Ben m'immagino che voi l'avrete letta e straletta.
- L'albero del Conciliatore, osservò il Baroggi, sebbene vandalicamente troncato, comincia a dare oggi frutti saporiti e maturi; in aprile uscì il Carmagnola, in settembre l'Ildegonda. Due battaglie e due vittorie in un anno solo, non è poco, per Dio; e non so che cosa dirà il Monti, che vedo laggiù in carrozza in compagnia dell'avvocato Marliani.
- Il Carmagnola non fu che una battaglia indecisa. Ma la vittoria compiuta è dell'Ildegonda.
- Il genio di Napoleone sfolgorò più assai nei capolavori sventurati delle battaglie di Francia che nell'orbata fortunatissima di Marengo.
- Che cosa vorresti dire?
- Ch'io vorrei aver fatto fiasco con Manzoni, piuttosto che aver trionfato con Grossi.
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