Se l'arte non arriva a tenere nel proprio dominio gli estremi della scala intellettuale dall'alfa fino all'omega, è una cosa bastarda, che importuna i galantuomini, e non ha nessuna ragione di essere; un maestro che tedia e disgusta e tormenta gli uditori in nome della dottrina e del diploma ottenuto dal padre Mattei, vorrei che fosse contemplato da qualche paragrafo del codice penale.
Così parlando, si misero a passeggiare in su e in giù pei viali, in mezzo alla folla ognora crescente, tra la quale incontrarono Pompeo Marchesi.
- Addio, Giunio.
- Addio, Pompeo, come va coll'arte?
- Potrà andar bene col tempo, ma ora le acque son basse; vengo anch'io al Monte Tabor, perchè con cinquanta centesimi mi par di esser ricco.
- Canova è morto; e tutte le arti si rinnovano. È il momento questo di tirare alla fortuna che passa veloce. Quel diavolo che ha fatto questa musica, ha sfidato il passato che pareva insuperabile, e ha vinto. Tutta Milano è sottosopra; e le ragazze singhiozzano e si tormentano se han le guancie rubiconde, perchè Ildegonda doveva averle pallidissime; Hayez quest'anno ha trionfato nelle sale di Brera, e, lasciando l'antichità, ha fatto il suo ingresso nel medio evo. Non si parla più d'Appiani, meno di Bossi. Camuccini è un pedante; Benvenuti è convenzionale. Landi e Serangeli fanno pietà; Palagi si arrabatta nel circo per atterrar l'avversario di Venezia; ma non ci riuscirà; or dunque tocca a te a dar le mosse al terremoto; e va pur là, che non sei uomo da perderti nella polvere.
| |
Mattei Pompeo Marchesi Giunio Pompeo Monte Tabor Milano Ildegonda Hayez Brera Appiani Bossi Benvenuti Serangeli Palagi Venezia
|