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      - Di costui non ho sentito che parole di elogio dappertutto e da tutti. Ma io non posso capire come il mondo trovi giusto che uno oggi passeggi sotto a braccio del diavolo, domani di Sant'Antonio. Non ti par egli che, per riuscir gradito tanto al diavolo che al santo, bisogna che di necessità inganni qualcuno?
      - Generalmente parlando, sì; ma costui mi sembra qualche cosa di eccezionale. - D'uomini me ne intendo anch'io, e ti assicuro che io vidi sulla sua faccia i segni più manifesti della soddisfazione e della contentezza, quando mi lesse la lettera con cui il notajo Agudio domandava la mia liberazione, ed esponeva il fatto d'aver ceduto al marchese F... i documenti trovati nell'archivio del dottor Macchi. Ma, a proposito di questo Agudio, come spieghi tu, ch'egli siasi preso tanta cura di me, mentre io non so nemmen chi egli sia?
      - In che modo la lettera venne nelle mani di questo segretario, mentre fu indirizzata al direttore di polizia?
      - Il direttore lascia far tutto al consiglier Pagani. E questi, per certe materie, lascia far tutto al segretario. Ecco spiegata la cosa.
      - Costui ha detto un momento fa ch'erasi recato dal marchese F... per officiarlo a tuo vantaggio.
      - È così, infatti; e col mostrare la lettera al marchese, ottenne tutto quello che domandò. Il marchese ne fu spaventato, e si recò issofatto dal barone Gehausen a levar la querela contro di me, e a intercedere perchè fossi tosto rimesso in libertà.
      - Ma che si fece della lettera spedita dal notajo Agudio?
      - Io non so più niente.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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