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      Il giovine s'inchinò ancora di più; osò varcar la linea della convenienza; baciò quei capegli; la fanciulla tacque, ma un brivido sacro la percorse tutta lungo la colonna vertebrale.
      In pochi minuti due o tre giri furono compiuti. Nel discendere dalla slitta: - Fate di svincolarvi da quello scellerato! - disse il Baroggi alla fanciulla, accennando al conte Alberico. - Ah, non s'è più in tempo! - rispose Stefania, senza guardare in volto al Baroggi, perchè era già in presenza dei genitori e del futuro sposo. La viceregina, che era già in pronto per partire col seguito, quando Stefania fu di ritorno, le mise in dito un anello di brillanti, la baciò in fronte e le disse sommessa: - Se qualcuno vi facesse violenza, e vi costringesse, contro il vostro genio, a sposare quell'uomo là, fate conto della mia protezione. - Stefania non fece motto, la Corte partì. I signori Gentili e il conte Alberico, chiudendo in mezzo la fanciulla, quasi temessero che qualcuno la trafugasse, la tempestarono di cento interrogazioni. Sulla faccia del conte, alterata dal dispetto e dalla gelosia, si poteva leggere, come su di una tabella, l'elenco di tutte le sue perfide qualità. Stefania lo guardò con ribrezzo, e quasi contemporaneamente rivolse e posò uno sguardo lento sul gruppo di persone in mezzo alle quali spiccava ancora la bella figura del Baroggi. Nè altro avvenne per allora, ma quel complesso di accidenti, ben lievi in sè stessi, bastò a gettar le fila d'altri accidenti futuri.
     
     
      XXIV
     
      Frattanto il sole era tramontato, e cominciava ad imbrunire.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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