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      Pareva un mercante di cavalli che esaminasse le sue bestie, per accertarsi se potevasi fare un negozio, ma di sott'occhio egli sbirciava il postiglione.
      - La faccia è abbastanza di mammalucco, ei diceva fra sè. Va benone. Questi milionarj di nova data si fan sempre scorgere a qualche indizio: il phaëton è inglese, ma il jockey è tolto di certo al cavallo dell'erpice. L'abito è nuovo e ben tagliato, ma la schiena tradisce l'abitudine della vanga. Può darsi che mi sbagli, ma questo villanzone deve sgomentarsi per nulla.
      Ciò detto, o meglio, pensato, si ritrasse lentamente, e come chi va almanaccando tra sè, diede di nuovo un'occhiata d'intelligenza al Bernacchi, al Granzini e agli altri; rientrò nell'osteria, e si portò sull'ingresso della cucina. Colà, senza perder mai di vista il pergolato presso la banda militare, dove trovavasi la Falchi, disse alto al cuoco:
      - Avresti ancora del fegato crudo?
      - Aspetti... sì... c'è quest'ultimo pezzo... Vuol forse una buona frittura?
      - Dammelo come sta. Ognuno ha i suoi gusti.
      - Ma...
      - Te lo pagherò come se fosse fritto e rifritto; sta di buon animo.
      - Si serva; badi a non imbrattarsi.
      E il Bichinkommer, nascosta la mano che teneva l'involto sotto la falda della giubba, uscì di nuovo.
      L'osteria del Monte Tabor, alle ore sette, quando cessò il giuoco della slitta, cominciò a versar fuori gente, gente e gente, con quel rigurgito profluente onde la birra in fermentazione, tolto il turacciolo, si versa in quella misura che par superare le proporzioni della bottiglia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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