Pagina (1435/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È poi facile immaginare ciò che fece l'avvocato Falchi, sebbene la reduce avvocatessa, per timore delle rivelazioni del Granzini intorno all'assassinio del ministro Prina, raccomandasse il silenzio e la prudenza.
      E questa volta, tutta l'astuzia e il talento e il fervore generoso del Bichinkommer non valsero che ad accrescere le disgrazie vecchie ed a crearne delle nuove, come già era accaduto al grande Napoleone, che nelle battaglie di Francia, che sono il capolavoro del suo genio, non trovò che disastri e l'ultima rovina.
      Il notajo Agudio, migliorando di salute e fatto interrogare dal marchese F... sul fatto delle lettere che aveva scritto al barone Gehausen, mandò a dire e a protestare ch'egli non sapeva nulla, e che quegli scritti presentati in suo nome e colla sua firma non potevano essere che una falsificazione. Le minaccie fatte dal Bichinkommer alla Falchi e riferite da lei al marito, mostrarono che ci doveva essere un piano prestabilito, in cui più d'una persona poteva aver parte a danno del marchese F... e a vantaggio del Baroggi; e per ultima conclusione si venne a sospettare di quest'ultimo, siccome della sola persona interessata in quest'intrigo. Il crotalo Alberico, che strisciava sott'erba e tirava a farsi prestare i centomila franchi dal marchese; e che dopo la scena del Monte Tabor, volentieri, data l'occasione, avrebbe messo l'arsenico nel bicchiere del Baroggi, lavorò con perfidissima e vile astuzia contro di lui, per rovinarlo in tutti i modi.
     
     
      XXX
     
      Quel dì stesso il Bichinkommer e il Baroggi pranzarono insieme all'osteria della Stadera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Falchi Granzini Prina Bichinkommer Napoleone Francia Agudio Gehausen Bichinkommer Falchi Baroggi Alberico Monte Tabor Baroggi Bichinkommer Baroggi Stadera