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      Tu ci penserai. Stasera verrai con me, e ti presenterò alla società. Ti farò conoscere a suo tempo anche il conte, che è quello che sta al timone e governa tutti gli avvenimenti. Abbiamo bisogno di qualcuno che conosca il Piemonte come la Lombardia, e sia pronto a viaggiare innanzi e indietro per tutto quello che può abbisognare. Ho già parlato di te, sei già noto ed accettato; per cui stasera non ci sarà che la formalità della presentazione. Intanto è bene che sappi quali sono tra noi i segni di riconoscimento. Eccoti spiegato il tutto in poche parole: - Tu vai, per esempio, in un luogo ignoto, e ti trovi tra persone ignote, nel tempo stesso che desideri sapere che aria tiri e che discorsi si possono arrischiare e che reti gettare: ebbene: se tu adocchi uno che ti dia nel genio più degli altri, e ti venga in sospetto che per avventura sia un affigliato alla Società dei Federati, non devi far altro che unire ambe le mani nell'atto di salutarlo; se l'altro non ti comprende, è indizio che bisogna parlar di cose indifferenti, e troncare ogni discorso pericoloso; ma se invece quegli a cui tu guardi si pone la mano destra al fianco, come facendo mostra di mettersela sulla spada, allora è segno che è un federato, e che, all'occorrenza, puoi far capitale di lui.
      - Ma questa società che, siccome ho sentito dire, è assai diversa da quella dei Carbonari e dei Frammassoni, ha però, al pari di quella, una gerarchia?
      - La Società dei Federati non ha che due gradi: quello di capitano e quello di semplice addetto.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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