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      Ma tra il Guglielmo Tell e le altre opere della scuola germanico-francese e i capolavori della scuola italiana corre quella differenza che intercede fra il dramma diffuso, fatto per la lettura, e il dramma concentrato, fatto per la rappresentazione. Ma io non posso ammettere che sì debbano far drammi per la sola lettura, perchè allora vien più opportuna un'altra forma dell'arte; e per la stessa ragione non posso ammettere che ci debbano essere opere in musica che condannino il pubblico a star confitto sulle panche cinque o sei ore; perchè la lunghezza non è una condizione dell'arte, perchè nemmeno il genio sa scongiurare la noja, e la stessa bellezza genera sazietà quando non sappia scomparire a tempo.
      - Voi altri Italiani, disse allora Halévy col modo il più educato, ma con tale accento che rivelava qualche dispetto; voi altri Italiani avete ragione di aggrapparvi unicamente e sempre al gigante Rossini, come alla nave ammiraglia, perchè egli è il solo che anche oggidì rappresenti l'Italia con antica grandezza.
      - No, rispose il Baroggi, colla prontezza e l'impeto onde Massimo soleva rimettere un pallone traditore. Non posso ammettere che l'Italia non abbia nelle altre arti un genio che faccia degno corteggio a Rossini. - Intanto, tra le spire della colonna Vendôme, il bassorilievo della battaglia d'Austerlitz, scolpito da Bartolini, è il vanto di quella colonna, e la più gran cosa che in scoltura siasi fatto in Europa dopo la morte di Canova, anche a fronte della grandezza di Thorwaldsen.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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