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- E ad onta di tale evidenza, rimane ancora nel mondo questa piaga tremenda della società; nè valsero i consigli della storia, che ha sempre dato ragione ai propugnatori del divorzio. Percorrendo in questi giorni, alla biblioteca reale, un libro che parlava della giurisprudenza romana, lessi, che, avendo l'imperatore Giustino ristabilita la legge che autorizzava il divorzio di buona grazia, dopo aver protestato che operava contro il proprio volere, che riconosceva giusta l'abrogazione fattane da Giustiniano, conchiudeva d'esser stato costretto a ripristinarla, per i mali che immediatamente erano avvenuti dopo l'abrogazione.
«L'esperienza lo aveva persuaso che quando i conjugi avevan concepito vero odio l'uno contro l'altro, era impossibile riconciliarli, e che un tal odio cagionava una guerra domestica, crudele e perpetua.»
- In coda al divorzio viene poi la tremenda questione del celibato. È grande il numero dei celibi, perchè sono spaventati dall'indissolubilità del nodo conjugale, e perchè, in generale, sia che si parli di matrimonj, di servigi, di condizioni, o di paesi, la proibizione d'uscire equivale alla proibizione d'entrare.
- E ciò è tanto vero, che voglio raccontarvi un fatto, lievissimo in sè, ma che viene a provar molto, e si può riferire a un infinito ordine di cose. Nell'occasione di una vittoria napoleonica, a Fontainebleau si doveva dare uno spettacolo di fuochi d'artificio. La quantità della popolazione accorsa fu tale, che un segretario di Corte propose all'imperatore di chiudere l'ingresso ai nuovi accorrenti.
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Giustino Giustiniano Fontainebleau Corte
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