In sul principio, a dir tutto, egli ne aveva provato qualche soddisfazione e contento; ma fu per poco. Egli si era illuso un istante che con quella ricchezza avrebbe potuto di punto in bianco cangiar la propria e l'altrui condizione; ma è anche vero che non sempre l'oro è onnipotente, perchè con esso non si piegano certe volontà inflessibili, come non si scongiura la morte.
Trovandosi, qualche volta, insieme colla contessa Stefania, manifestò a lei con una certa gioja le conclusioni definitive di quella tanto a lungo disputata lite giuridica; ma la sua gioja derivava solo dalla speranza di poter finalmente tradurre in atto alcuno almeno di quei tanti castelli in aria fantasticati durante l'aspettazione di quella ricchezza.
Egli aveva pensato: se la contessa fosse ricca del proprio, se un'improvvisa eredità, se qualunque altra inattesa fortuna le desse il modo di svincolarsi dal marito, e di provvedere col proprio denaro al mantenimento dei proprj genitori, le cui pensioni, per l'arte infesta di un notajo, servo devoto della ricchezza e nemico naturale dei poveri, erano state vincolate in modo nel rogito insidioso che tutti, padre, madre e lei, dovessero ripiombare nella miseria, senza l'adempimento di certi patti; se dunque fosse ricca del proprio, egli aveva pensato, cesserebbe di tratto ogni cagione di tormento; ora non potrò io, ripensò poi, quando ricevette le credenziali sulla banca dell'Aguado, condurre adesso le cose in modo che, salvando tutte le apparenze, ella raggiunga quell'agiatezza sufficiente per diventar libera e padrona assoluta della propria volontà? Nel punto però che il Baroggi manifestò alla contessa l'avvenimento della sua mutata fortuna, sorpreso di colpo da un pensiero della più scrupolosa delicatezza, e sapendo quanto ella fosse naturalmente dignitosa e fiera, non osò al primo farle quella proposta, ed aspettò si presentasse un'occasione, che rendesse l'animo di lei più accessibile ad accoglierla: e l'occasione venne.
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Stefania Aguado Baroggi
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