IX
Il Baroggi dimorava, come sappiamo, presso al ponte Double che mette in comunicazione l'atrio di Notre-Dame col Quai Montebello; egli aveva scelto quel luogo e s'era acconciato in un terzo piano, perchè di là poteva spingere lo sguardo fino all'angolo della Rue du Plâtre, dov'era la casa in cui abitava il conte Alberico; e ad una delle cui finestre poteva, col cannocchiale, vedere la contessa, la quale, alla sua volta, allorchè era sicura di non essere sorpresa dal marito, faceva lo stesso per vedere il Baroggi quando s'affacciava. Questi fervidi e gentili sotterfugi, che fanno tanto ridere i cuori adiposi e le menti obese, e provocano le sacre escandescenze nelle persone rese crudeli dalla falsa pietà, costituivano il solo conforto di quelle due anime addolorate; tutte le domeniche poi, quando la contessa recavasi a sentir messa in Notre-Dame, egli l'attendeva in una viuzza poco frequentata, onde parlare per alcuni minuti fuggitivi; e codesta era per loro la sola e la suprema consolazione. Ora avvenne che una domenica ella non comparve in Notre-Dame, e il povero Baroggi, che viveva continuamente nell'affannosa aspettazione di una qualche disgrazia, rimase percosso da quel senso profondo di desolazione, che nell'ordine morale assomiglia allo spasimo fisico.
Risalì in camera; s'affacciò alla finestra, appuntò il cannocchiale, nè in molte ore gli venne fatto di veder mai la desiata figura di Stefania. - Temette il peggio - fece mille congetture e mille disegni; e sebbene riguardoso fino allo scrupolo per non compromettere in nulla la sua cara donna, si recò sino alla casa dov'era l'abitazione del conte, con quella speranza irragionevole, ma che è appunto un delirio del desiderio irrequieto, che i muri, le porte, le finestre, i balconi avessero in loro qualche cosa che valessero a dargli alcuna notizia.
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