XIV
Dall'agosto, in cui c'incontrammo per la prima volta a Parigi col Baroggi, si venne sino al giorno sette novembre. Era un'alba parigina dell'estremo autunno, nebbiosa e fuliginosa. Il Baroggi dormiva, ma di quel sonno che è piuttosto un sopore patologico, e si direbbe prodotto più dalla virtù di un narcotico che dall'intima legge del corpo tranquillamente stanco. Era da molte notti ch'ei non poteva chiuder occhio, e da molti albori che sonnecchiava per qualche istante in quell'ora appunto.
A un tratto si sveglia e balza giù dal letto: un suono speciale lo aveva scosso, ma egli non lo sapeva. Stette così un poco su due piedi come smemorato, ma nella via, intercalato a un sordo mormorio come di vento che mugghia in basso tono, sente lo squillo di un campanello. Un brivido gelato lo percorre tutto... Spalanca i vetri della finestra e s'affaccia. Era il viatico, che venendo da Notre-Dame passava sul Pont Double. Molte volte il viatico era passato per di là, e non c'era ragione ch'egli ne rimanesse tanto atterrito; ma l'irrequietudine convulsa che lo agitò fu tale, che quasi senza mettere a consulta i proprj pensieri, si vestì frettolosamente per uscire, e le mani gli tremavano come a paralitico, nell'abbottonarsi il pastrano. Esce, e dette alcune cose al domestico, discende le scale a saltelloni. - Pareva uscito di ragione affatto. - Segue la processione del viatico. - Ah, pur troppo tra l'affannosa alternativa di un baleno di speranze che rischiarava il suo sgomento, ei vede che il viatico tien la via che dal Pont Double mette alla Rue du Plâtre.
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