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      Quando il Baroggi s'accorse d'esser presso la camera dove la contessa giaceva a letto, e dove era entrato il parroco, si fermò quasi colpito da un sacro spavento.
      Alla fine entrò; la contessa travide e vide, s'alzò in sul gomito raccogliendo tutte le sue forze, mandò un gemito nel quale pur si ripercuoteva un suono ineffabile di gioja, e ricadde col capo indietro sul guanciale. Il Baroggi s'accosta al letto, cade in ginocchio, le prende la mano, che bacia e ribacia e torna a baciare.
      Il parroco, che era un prete gallicano dei più tremendi, e che rappresentava la vendetta di Dio più della misericordia: Che è questo? gridò; e afferrò un campanello.
      Accorse la servente; dopo alcuni istanti si fermò sulla soglia il padrone di casa, il conte B...i.
      La contessa aveva la testa abbandonata sul guanciale, e di traverso fissava uno sguardo lento e profondo in volto al Baroggi, che, tenendo il labbro sulla mano di lei, la fissava terribilmente immoto.
      D'improvviso grida il conte: - Chi è l'infame che profana la mia casa, che profana la dimora di una moribonda? Lei, che rappresenta Iddio qui, scacci l'abbominando sacrilego. - Il prete, che aveva l'aspetto di un Domenicano inquisitore, colla pretenziosa prepotenza di chi ha fede di tenere dall'alto un mandato sacro, santo, mise la scarna sua mano, come se fosse quella di Samuele, sulla spalla del Baroggi, e lo rovesciò sul pavimento. Ma il Baroggi, rovesciato, si rialzò di tratto... Il conte intanto aveva aperta la finestra e gridava all'accorr'uomo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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