«L'Eneide di Virgilio non fu più il poema latino-italico per eccellenza, il modello eterno del più perfetto stile, ma un'occasione di sommovere questioni di geografia e di etnografia.
«L'Iliade di Omero parve più preziosa ai filologi tedeschi per il catalogo delle navi che per la preghiera di Priamo ad Achille, o per l'addio di Ettore ad Andromaca.
«E nella storia e nella letteratura e nella poesia, lo studio del medio evo, che in Italia, evocando le memorie della Lega Lombarda, preparò le libere aspirazioni del periodo in cui viviamo, là invece non servì che ad innamorare le menti delle consuetudini feudali, a far desiderare il ritorno di un passato impossibile, e a consigliare l'anacronismo dell'immobilità delle caste.
«Questo hanno fruttato le intemperanze di una dottrina, che del proprio eccesso fa velo ai limpidi giudizj del senso comune.
«Ora voi, signor Sternitz, che tanto amate l'Italia, e avete tanto ingegno, dovreste parlare in questo tono a' vostri. - Un Tedesco di mente e di cuore, che severamente ammonisse i suoi compatrioti, potrebbe finalmente ridestare qualche eco generoso.»
VII
Spuntavano i primi crepuscoli; lo Sternitz che era un Tedesco straordinario, strinse lagrimando la mano al Baroggi.
- Piango, esclamò poi, per la mia patria che abborrite, e per questa Italia tanto sventurata!
Una tal scena ci commosse tutti. - Si partì muti e pensosi, e per quella notte dai nostri labbri non uscirono che le parole ultime dei vicendevoli saluti.
Il dì dopo io fui sollecito di vedere ancora il Baroggi.
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