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      Ero a mezza via sui gradini per tornare al mio posto, quando nuovamente risonò il mio nome: "Primo premio di poesia italiana, signor Lorenzo Benoni". Ebbi appena il tempo di porre la mia corona ed i libri sopra un gradino, per tornare a ricevere i nuovi libri e un'altra corona. Questa volta era mia madre, che me la poneva in capo, teneramente abbracciandomi e piangendo dalla contentezza. Gli spettatori commossi e sorpresi scoppiarono in applausi. Ma mentre tornavo al mio posto, il mio nome fu di bel nuovo gridato, e mi trovai nella stesso impiccio: "Primo premio di Geometria, signor Lorenzo Benoni". Non era stato conferito questo premio, che subito gli successe quello di disegno, e anche questo fu conferito al signor Lorenzo Benoni. Impossibile descrivere l'entusiasmo che ne seguì.
      Il primo premio di Eloquenza e Prosa latina, come il più importante, era riserbato in fondo, e veniva riguardato come il più grande premio della distribuzione. Essendo stati già distribuiti tutti i premi, eccetto questo, vi fu un momento di riposo. Intanto l'orchestra fece qualche sonata, finita la quale vi fu un momento d'ansiosa aspettazione. Tutti fecero profondo silenzio e tesero l'orecchio. "Il più alto premio della intera distribuzione, signor Lorenzo Benoni!". Chi potrebbe esprimere il sussulto degli spettatori a tale annunzio? Il P. Rettore si alzò, mi venne incontro e si gettò piangendo tra le mie braccia. Il povero signor Lanzi singhiozzava fortemente. Gli applausi divennero, seppure era possibile, più frenetici: io mi sentivo profondamente commosso e felicissimo in quell'istante.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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