Mi sentivo realmente trasportato per il filantropo masnadiero di strada, Carlo Moor, la cui immagine mi stava innanzi agli occhi giorno e notte.
Un altro libro di genere diverso, la Storia della Rigenerazione della Grecia moderna, di uno scrittore francese, era letto da me avidamente e con grande commozione. Quel libro svolgeva dentro di me, come per incanto, il germe di sentimento fino allora nascosto nell'anima mia, e dava forma determinata alle mie aspirazioni indefinite. Un popolo di eroi che rompe le catene della servitù, rivendica la sua nazionalità e fonda la libertà propria sulle fumanti rovine delle sue principali città: quale spettacolo sublime! che lezione, specialmente per noi eredi e continuatori della civiltà greca, per noi una volta tanto grandi, ora tanto piccoli; per noi, come i Greci, divisi, calpestati, agonizzanti sotto il giogo straniero! Non avevo certamente indugiato fino a quel giorno a sentire ed a compiangere l'onta della mia patria; ma giammai il concetto del rimedio non mi si era offerto all'anima in una forma così chiara e così attraente.
Quella storia ragionava diffusamente dei principii e del progresso di una società segreta chiamata Eteria. Fondata da tre oscuri giovinetti, Scoufas, Kontos e Diceo, si era rapidamente estesa in ogni parte della Grecia, facendosi strada fra tutte le classi dei cittadini. I Clefti specialmente, razza di bellicosì montanari, infiammati dai canti patriottici di Rigas, il Tirtèo moderno della Grecia, erano tutti insieme entrati in quella associazione.
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