Il giornale ebbe la breve vita di una rosa poiché al suo decimo numero la censura lo soppresse senza tante cerimonie. Il fine del suo viaggio è un mistero per tutti, eccetto pochi confidenti, tra i quali Cesare ed io.
Fantasio aveva da molto tempo vagheggiato il pensiero di formare un'associazione segreta a guisa della Eteria; già ne aveva steso un piano intero e particolareggiato, che noi approvammo di gran cuore. Fra le molte relazioni letterarie, che la cooperazione sua ad un periodico fiorentino gli avevano procurato in Toscana, vi era un certo numero di giovani liberali, di animo ardente, ai quali desiderava comunicare il suo piano ed indurli ad approvarlo, e così poter fondare nello stesso tempo l'associazione nelle due province italiane; poiché l'ambizione di Fantasio era nientemeno che di abbracciare le due province della penisola. Questo e non altro era stato il vero scopo del suo viaggio. Gli amici di Toscana sarebbero stati dispostissimi ad aderire al suo disegno; ma come il caso volle, avevano poco tempo prima ricevuto eguali proposte da una Vendita di Carbonari in Bologna. Ed a che pro, osservavano essi, formare una nuova società, quando ne avevano a mano una da molto tempo formata e provvista di potenti mezzi di azione?
Fantasio non poté ripetere contro un argomento così stringente e mise da parte il suo piano politico. Volle nondimeno cavar profitto dal suo viaggio in Toscana, e riuscì a far accettare ed approvare l'idea di un periodico letterario settimanale obbligandosi a collaborarvi regolarmente insieme con alcuni amici di Genova: il qual periodico doveva essere pubblicato in Firenze, dove era molta tolleranza di stampa.
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