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      Prendere il mazzolino, correre a casa e gettarmi in adorazione dinanzi ad esso fu l'affare di un momento. Non ridirò tutte le ragazzate che feci intorno a quel mazzolino. Per quelli tra i lettori che sono innamorati (e spero per il loro bene che saranno molti) ciò riuscirà molto gustoso: ma per quelli che non lo sono sarà molto insipido. Basti dire che il mio cuore si pascolò sopra quei fiori per settimane e settimane, e quando cominciò a desiderare un nuovo alimento, la mia misteriosa corrispondente mi procurò una nuova e gradevole sorpresa dello stesso genere. Questa volta fu una bellissima borsa, daccapo coi tre colori italiani, sopra la quale erano le mie iniziali ricamate con capelli, naturalmente coi suoi propri capelli neri come l'ebano. Potevano forse essere di un altro colore? Oh prescienza dell'amore! Con quegli stessi capelli io l'avevo appunto sognata!
      Forse si crederà che l'amore m'avesse fatto dimenticare la politica. Tutt'altro! Bisogna che mi renda questa giustizia, dicendo che se tale avventura amorosa aveva dato una piccola spinta alla immaginazione per il romanzesco, aveva anche sublimato ciò che io oserei chiamare la più generosa facoltà dell'anima mia. Sentivo essere come un sacro dovere verso colei che aveva rivolti su me i suoi occhi, di rendermi quanto fosse possibile degno di lei: e non avendo opportunità per maggiore impresa, proseguivo con ardore quella certamente umile, ma utile e pericolosa, a cui da due mesi m'ero posto in compagnia di Fantasio e di Cesare.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Fantasio Cesare