Questo esito felice di un processo, che sarebbe potuto riuscire funesto a un nostro amico, ci colmò di gioia, la quale fu turbata dagli arbitrari provvedimenti che subito furono presi. Tuttavia, siccome l'aveva pur troppo scampata bella, così non ci pareva vero. Per fare, secondo che s'imponeva il dovere, il desiderio della sua famiglia, Cesare ed io non cercammo di vedere Fantasio, se non pochi momenti innanzi che montasse in diligenza. Il momento del distacco fu un crepacuore per noi tutti, e a gran fatica furono dall'una parte e dall'altra trattenute le lacrime.
Coraggio amici; mantenete vivo il fuoco sacro, e vogliatemi sempre bene; presto avrete le mie nuove
. Queste furono le sue ultime parole. Il postiglione fece schioccare la frusta; la diligenza si mosse, e noi ce ne tornammo a casa col cuore gonfio, e così scoraggiati, come mai non eravamo stati.
CAPITOLO XXVIII
La Casaccia. La lettera rimandata indietro.
Lilla va sulle furie
Qual mutazione può fare nella vita l'assenza d'una persona cara! Passavano i giorni e le settimane, e noi non potevamo consolarci della perdita di Fantasio. La sua mancanza ci si faceva sentire di momento in momento. Il suo quartierino era per noi come un rifugio; e la lunga abitudine di ridurci lì, a certe ore, era divenuta per noi una dolce necessità; perché eravamo sicuri di trovarvi non solo una lieta accoglienza, ma un animo disposto a sentire per noi e consolarci nelle nostre grandi e piccole avversità. Privi di quel rifugio, ci pareva di andare errando come una nave senza timone.
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Cesare Fantasio Casaccia Fantasio
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