Colà solevo andare e adagiarmi sotto a quell'ombra per leggere e meditare a tutto mio agio. Avevo notato che nelle ore calde della giornata quella selvetta era il rifugio di molti uccelli, specialmente tordi e merli, che venivano a cercarsi l'ombra e il fresco. A pie' d'uno dei grossi alberi avevo fatto fare un capanno alto tanto da potervi stare in piedi: e di lì, difeso dal sole e non visto dagli occhi acuti degli alati abitatori del bosco, tiravo col mio fucile. Il capanno rimaneva a vista della casa e a portata della voce. Io vi andavo sempre un po' prima dell'ora di desinare e vi rimanevo finché non mi chiamassero.
Il giorno seguente a quello in cui rimandai la lettera a Lilla, mi avviai, secondo il solito, al mio nascondiglio, e in quel che stavo per entrare, chi vedo venir fuori? Lilla!
Finalmente siete arrivatomi disse "sono due ore che sto qui in agguato aspettandovi".
Rimasi come pietrificato, senza proferir parola.
Certo, voi non vi sareste mai aspettato che un giorno o l'altro io dovessi tener conto della viva descrizione che mi facevate di questa valle e di quel che voi chiamavate la vostra oasi nel deserto, per venirvi fare una sorpresa... poco gradita, a quel che pare
.
Se volevate farmi una sorpresa, ci siete pienamente riuscita. In quanto poi all'essermi più o meno gradita, è un altro discorso. Il passo da voi fatto è così imprudente, così irriflessivo... Noi possiamo esser veduti da tutte le parti
. Lilla arricciò le labbra. "Voi forse temete ch'io metta a pericolo la mia riputazione?
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Lilla
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