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      Io ho il presentimento che a pochi di noi sarà concesso di viver tanto da vedere il frutto delle nostre fatiche; ma il seme sparso germoglierà dopo di noi e il pane che avremo gittato sopra le acque sarà di nuovo trovato".
      Quante volte mi sono negli anni di poi ricordato di queste parole e del mesto sorriso che le accompagnò!
      Il giorno dopo, secondoché decidemmo tra di noi, il Principe partì per Torino, lo Sforza per Nizza e Alfredo per Sarzana: per tutti questi luoghi Fantasio ci aveva date lettere di raccomandazione. Essendo Nizza sui confini della Francia a non molta distanza da Marsiglia, e facendosi un grande contrabbando lungo la costa tra i due paesi, Fantasio insisteva come fosse molto importante porvi al più presto possibile un nucleo di sicuri aderenti per ricevere e diffondere quei libri o scritti politici che egli all'occasione ci avrebbe mandati.
      Lo Sforza, sebbene più povero di San Quintino, non ci fu verso che s'inducesse ad accettare qualche danaro per le spese di viaggio, che da Alfredo e dal Principe gli venne più e più volte offerto. Diceva di avere da parte qualche risparmio (Dio sa qual era!) per fare il viaggio: e poi aveva un suo proprio modo di viaggiare, molto economico; onde con pochi quattrini poteva far molto cammino. Questo modo, di cui, povero giovine! si vantava, era di far la strada a piedi. L'essere stato espulso dal Collegio gli aveva non solo impedito di entrare nella milizia, per la quale si sentiva veramente chiamato; ma gli aveva anche chiusa la strada alle professioni liberali.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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