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      Avete osservato come guardandole da presso, l'illusione svanisce e non vi trovate innanzi che lacune, macchie informi e pennellate in apparenza date a caso? Lo stesso può dirsi, fino a un certo punto, di una cospirazione. Veduta a una certa distanza, osservata nel suo insieme, nulla di più mirabile e poetico, che quella maravigliosa unione di tante volontà, e di tante forze mosse da un solo spirito, la quale procede nelle tenebre, in mezzo a difficoltà e pericoli di ogni genere, verso la più nobile e più legittima delle umane conquiste, la libertà e l'indipendenza. Ma, se dal contemplare il tutto si scenda ad osservare particolari, addio poesia, e noi ci troviamo nella prosa più volgare. Quanto egoismo, quante piccinerie impacciano le molle di questo complicato meccanismo!
      Credetemelo, il sentiero d'un cospiratore non è sparso di rose, e meno che mai quello di un cospiratore che si trovi nella nostra condizione, vale a dire noto ed accessibile ad ognuno. Non conosco altra vita che richieda uguale abnegazione e pazienza.
      Un cospiratore deve ascoltare ogni specie di pettegolezzi, carezzare ogni sorta di vanità, discutere sul serio di sciocchezze, sentirsi sfinire sotto il peso del vaniloquio più sfacciato della volgarità più ignobile e serbare un contegno inalterato e gentile. Un cospiratore cessa di appartenere a sé stesso e addiviene il balocco del primo che incontra: deve uscire quando vorrebbe stare in casa: stare in casa quando vorrebbe uscire; ha da parlare quando vorrebbe tacere: da vegliare quando vorrebbe dormire.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471