1. La proposta di operare subito, che fu scartata a maggioranza di voti;
2. La proposta di una dilazione indefinita, che venne respinta a debole maggioranza;
3. La proposta di una dilazione a due mesi, che fu approvata con quattro o cinque voti di maggioranza. Il movimento fu quindi unanimemente fissato per i primi del prossimo giugno.
Cesare tornò e ci rese conto del suo mandato. Quando nominò il mese di giugno, Vittorio fece una scossa e disse: "Non è possibile reggere fino a quel tempo: noi morremmo tutti di pletora prima di giungervi. Quanto a me, qualunque cosa succeda, non mi piglieranno vivo: sono risoluto". Non passò molto tempo che gli eventi parvero confermare i tristi presagi di Vittorio. Pochi giorni dopo venne da noi tutto agitato: "Non ve l'avevo detto?" esclamò; "due de' miei uomini sono in arresto. Dobbiamo muoverci ora, o siamo perduti".
Rimanemmo sbalorditi a questa notizia. Far naufragio in vista del porto era cosa davvero crudele. Ricercando però tutti i particolari del fatto, trovammo, con grande nostro conforto, che il caso riferito da Vittorio non era tanto brutto quanto lo faceva credere il turbamento di lui. Il fatto era semplicemente questo. Due sergenti, uno dei quali appartenente alla nostra società, essendo avvinazzati, avevano avuto un alterco, s'erano picchiati ed erano perciò stati messi in prigione. Vittorio riprendeva immediatamente: "Se continuate negli indugi" diceva "sarete presi un dopo l'altro. Una congiura non più intatta è una congiura perduta; lo stesso Machiavelli lo ha detto".
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Vittorio Vittorio Vittorio Machiavelli
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