Sapevo di poter fare assegnamento sulla fedeltà di tutta la famiglia, e perciò risolvetti di rimanere con essi, finché tutto non fosse provveduto per la mia fuga.
Della separazione angosciosa dalla mia famiglia io non dirò una sola parola. Certamente il cuore umano è un meraviglioso capolavoro per resistere a tali scosse, senza andarne in pezzi.
CAPITOLO XXXIV
Dopo altre dolorose prove il fuggitivo
s'imbarca per la costa di Francia
Nei primi giorni del mio nascondimento ricevetti una lettera e una borsa piena d'oro; l'una e l'altra speditemi da Lilla. La lettera era assai lunga e commovente: in essa Lilla riconosceva francamente tutti i suoi torti e ne chiedeva perdono, in pegno del quale mi pregava di accettare il denaro che mi mandava: "Potrà servirvi" scriveva "nella nuova e passeggiera situazione in cui siete per entrare".
Risposi alla lettera con parole dettate dal cuore e con affetto riconoscente; ma ricusai il denaro; dicendo, ciò che era vero, che mio padre e lo zio Giovanni avevano provveduto ai miei bisogni con una somma maggiore del necessario. La pregai di non dimenticare la raccomandazione che le feci nell'atto di separarci, per quelli tra i miei compagni che fossero in necessità di qualche soccorso di denaro. Le dissi pure che non volesse attribuire il mio rifiuto ad orgoglio od a risentimento: "Io serberei la borsa e una moneta d'oro in memoria di lei". Ci vollero tre giorni per trovare chi volesse o potesse trasportarmi fuori del paese, anche con la certezza di essere largamente ricompensato di questo servizio.
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Francia Lilla Lilla Giovanni
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