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      Essendomi pure stato procurato un passaporto falso, vinte altre minori difficoltà e fatti i pochi preparativi per la comodità della mia persona, quali poteva permettere la pericolosa condizione in cui mi trovavo, il dopopranzo del terzo giorno, a un'ora tarda, la persona che s'era incaricata di condurmi a salvamento sulle coste di Francia venne da me con un fagotto di vesti da marinaio, poiché tale doveva essere il mio travestimento.
      Mi disse che tra lui e i suoi uomini era stato convenuto che nel caso di scoperta o di semplice sospetto io dovessi passare per un inglese venuto a fare un viaggio di pesca; e per rendere più credibile la cosa, erano stati messi nella barca abiti da ciò.
      Quest'uomo, che per essere il capo della nostra spedizione, chiamerò da qui innanzi il Capitano, merita che se ne dicano due parole. Era un uomo sulla trentina, d'alta statura, di carnagione abbronzata dal sole, di fattezze regolari, con grande capigliatura e con basette nere: e sarebbe stato veramente bello, se non fosse stato un po' guercio.
      Da tutta la persona, dalla voce, dall'atteggiamento e dal gesto traspariva l'energia, la risolutezza e il disprezzo del pericolo, che nella sua vita avventurosa di contrabbandiere aveva dovuto tante volte affrontare. Per compiere questo schizzo debbo aggiungere, che non era stato mai veduto senza il sigaro in bocca. Quando non l'aveva acceso, lo teneva in modo carezzevole, come fosse stato un fiore, all'angolo sinistro della bocca, divertendosi a masticarlo e a sputare.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Francia Capitano