Pagina (426/471)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si convenne che sarei sbarcato un po' sotto alla città, e per conseguenza fu data alla barca quella direzione. Intanto mi levai gli abiti bagnati e me ne misi altri, che per fortuna avevo portato con me. Questa operazione riuscì piuttosto lunga, di modo che, quando fu finita, eravamo a circa duecento metri da terra. Alzai gli occhi e mi si rizzarono i capelli alla vista che mi si presentò. Balzai in piedi e protendendo le mani:
      Non vedete? Non vedete?
      gridai "li hanno impiccati!".
      Difatti vedevo in quel punto così distintamente, come vedo ora questi caratteri che sto vergando sulla carta, tre forche rizzate sulla spiaggia, da ciascuna delle quali pendeva un cadavere annerito, mentre una donna tutta abbrunata stava in ginocchio ai piedi di ciascuna di esse. Gli uomini nella barca, pallidi come la morte seguivano con terrore ogni mio movimento: i loro occhi erravano da me alla spiaggia, dove, secondo ogni probabilità, non scorgevano altro che alcune rocce, alle quali la mia delirante immaginazione aveva dato la terribile forma che ho detto.
      A mano a mano che ci avvicinavamo alla spiaggia, la visione si faceva meno distinta, e quando toccammo terra, non vidi nel luogo suo che masse scure e confuse. Ciò può spiegarsi facilmente. Gli oggetti, che avevo rivestiti di forme così orribili, rimanevano un poco alla nostra destra, e a una certa distanza ci trovammo loro di fronte; ma a misura che la barca s'avvicinava a terra io non potevo vederli che di fianco; di qui il graduale cambiamento nella loro apparenza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471