Quasi a mezza strada c'era una capanna, il cui uscio venne aperto da un uomo appunto mentre passavo. Bruciavo dalla sete; onde mi fermai per chiedergli in piacere un sorso di vino od un bicchiere di latte. Mi guardò fisso un momento, poi si ritirò in fretta e mi chiuse la porta in faccia. Bisogna dire che avessi un aspetto pauroso o selvaggio. Non feci altri tentativi per ottenere di rinfrescarmi, di cui avevo tanto bisogno, ma continuai la precipitosa mia corsa: e quando fui sulla strada maestra piegai macchinalmente a destra, nella direzione della città, che vedevo molto lontana.
Fatti appena un centinaio di passi, scorsi alquante persone che venivano dalla mia volta, e da un sentimento istintivo fui spinto a scansarle. Guardandomi attorno per saper come fare, mi vidi a sinistra un sentiero che conduceva su per il monte. Subito mi vi cacciai, e con un ardor febbrile che non mi faceva sentire la sua scabrosità m'arrampicai su, su, finché non ebbi lasciato indietro l'abitato, voglio dire le molte ville, che sempre si vedono sparse qua e là sui fianchi dei monti della Liguria vestiti di ulivi.
Né mi arrestai, se non quando fui in cima, dove finisce ogni coltura. Il sole scottava, la sete mi struggeva, e mi mancava il fiato. Mi posi a sedere e cominciai a pensare al partito più prudente che avrei dovuto prendere. Sentivo la necessità di formare un piano e al tempo stesso la mia incapacità di farne alcuno. Ero come colui che sogna di essere nel più imminente pericolo, e pur si trova nell'impossibilità di fare il più piccolo movimento per scansarlo.
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Liguria
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