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      Tutti i suoi congiunti e i marescialli quali li vediamo nelle incisioni, erano presenti e movevano processionalmente e riverentemente mentre passava, e tutti poi affollandosi intorno a lui in atto di venerazione.
      Non posso dire ch'io fossi svegliato da quel sogno; questo so, che tornai alla fontana e mi lavai di nuovo le mani e il viso; e di poi mi detti a vagare all'intorno senza alcun disegno. Dopo un po' di tempo, giunsi a un piccolo promontorio, da cui scopersi la città, che mi stava sotto i piedi, non molto lontana. La sua vista mi fece pensare ad alcuni amici che ci avevo, sul cui zelo ed aiuto sapevo che avrei potuto fare assegnamento: "E se io mi arrischiassi a scendere laggiù, e tentassi di trovarli?". Risolvetti su due piedi di farne la prova.
      Il monte era solcato da sentieri in quasi tutte le direzioni; onde sperai di poter giungere in città senza essere costretto a passare per la strada maestra. Continuando adunque nella direzione che ho detto, i miei occhi furono richiamati da una casetta, o meglio da un casino di campagna, al quale le muraglie bianche e le persiane verdi con tendine candide come la neve davano un aspetto assai confortante e molto attraente per un povero viandante ramingo, il quale non sapeva dove rivolgersi per trovare un po' di vitto e di alloggio; e non fu senza rincrescimento e senza sospiri che mi lasciai indietro quel casino.
      Il sentiero che avevo preso seguiva un pendìo regolare; e finalmente m'accorsi con un gran dispiacere che metteva sulla strada maestra, per la quale dovevo camminare un buon tratto, volendo arrivare alla città: una cosa necessaria, ma che mi ripugnava.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471