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      Però cercai di frenare meglio che potei la mia gioia e volgendomi all'uomo gli dissi: "In verità è una bella combinazione, perché il dottor Palli è uno dei miei più grandi amici, e sono ansioso di vederlo più presto che è possibile. Gli potreste portare questa sera un biglietto?". Avendo lui detto di sì, strappai una pagina del portafogli, e scritte poche ma prudenti parole, lo consegnai all'uomo; e mi sentii sollevato, come se mi fosse stato tolto un pietrone di sullo stomaco, quando lo vidi partire in fretta per la commissione.
      Intanto la buona donna continuava i suoi preparativi. Non c'era che un letto in quella piccola casa, e lei non dubitò un momento di cederlo a me, levandone solo una delle materassa, per uso proprio.
      Era dolentemi diceva "che il piccolo pianterreno che abitava insieme col marito, non desse maggiori comodità. I due piani superiori sarebbero stati assai meglio al caso; ma quelli non si potevano adoperare senza un ordine espresso del padrone, perché erano riserbati alla sua famiglia".
      La ringraziai caldamente delle sue attenzioni, assicurandola che non desideravo né abbisognavo di niente più di quello che lei mi offriva con tanta cordialità.
      Poter riposare il capo sopra un guanciale era il mio gran desiderio, e aspettavo con molta impazienza il ritorno del contadino. Finalmente tornò, accertandomi d'aver consegnato il biglietto al dottor Palli nelle sue proprie mani. Ero per andare a letto, quando mi sonò all'orecchio una voce ben nota, e voltandomi, mi trovai nelle braccia dell'amico.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Palli Palli