Che notizie vi sono del Dottore?
domandai con premura, "è salvo?".
È sano e salvomi rispose "e in casa sua".
Furono di gran sollievo per me quelle consolanti parole, e gran sollievo ancora il poter distendere le mie membra indolenzite. Ercole aggiunse che l'abboccamento fra il Dottore e il Comandante era terminato molto bene. Il fatto d'un forestiero misterioso, sbarcato alcuni giorni prima, e veduto girondolare nelle vicinanze del casino del dottor Palli, aveva fatto sospettare alla polizia, la quale non era arrivata a saper nulla circa al forestiero, che si fosse ivi ricoverato. Pareva fuor di dubbio per le autorità che costui, chiunque potesse essere, fosse qualche persona sospetta e da doversi tener d'occhio. La cosa era stata riferita al Comandante, prima che la polizia facesse il passo piuttosto arrischiato d'ordinare una perquisizione in casa di un cittadino così autorevole, qual era il dottor Palli, e che per di più non aveva dato fino allora neanche l'ombra del sospetto.
Come primo provvedimento, il Comandante aveva mandato a chiamare il Dottore, e lo aveva ammonito di dichiarare se avesse in quei giorni dato alloggio nel suo casino a qualche forestiero. Egli naturalmente negò che alcuno vi fosse stato alloggiato o nascosto. Durante questa dichiarazione fu lasciato andare. Il giorno dopo però fu perquisito da cima a fondo, dalla cantina alla soffitta il sospetto casino.
Ercole aveva portato seco un paniere con un po' di carne fredda, del pane e una bottiglia di vino: e fu una benedizione, perché io non ne potevo più. Mangiato che ebbi in fretta e furia, mi disse che potevo seguirlo senza molto pericolo dove m'avrebbe condotto.
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