Siamo giunti, finalmente!
mi disse.
Siamo giunti!
esclamai con meraviglia.
Grazie a Dio, sì
rispose egli, additandomi poco distante un fiume che sboccava nel mare. "Non vedete? Quello è il Varo, e ora voi siete in sicuro".
Io aguzzai gli occhi attraverso all'oscurità, e vidi il fiume distintamente. Ne oltrepassammo la foce; la forza della corrente rendeva difficile lo sbarcare lì; ma dopo altri colpi di remo, la barca fu sulla spiaggia.
Il mio viaggio era dunque veramente finito, io ero in salvo, e non rimaneva che aggiustare i conti coi marinari, e poi correre di volo ad Antibo. Non era più necessario che mi tenessi nascosto: potevo passeggiare a fronte alta, come una volta; prendere la strada che più mi piacesse e ripigliare il mio proprio nome. Mentre me ne stavo pensando a tutto questo, consegnai a quegli un foglio da me sottoscritto, nel quale dichiaravo che avevano adempiuto il loro dovere, e che potevasi, all'atto della presentazione di quel foglio, pagar loro la somma convenuta. Avevo un piede in terra ed uno ancora in barca, quando mi venne un dubbio.
Ma siete ben sicuri che questa è terra francese?
.
Così piacesse a Dio
rispose l'uomo, che ancora non aveva aperto bocca (accennando al cielo molto minaccioso e poi al mare che s'andava sempre più ingrossando) "così piacesse a Dio che fossimo al sicuro nelle nostre case, com'è vero che voi siete in terra francese!".
Che direzione devo prendere?
domandai tutto rassicurato.
Lasciata che avrete la spiaggiadisse lo stesso uomo "voltate a sinistra, e tirate a diritto finché non giungete a una selvetta d'ulivi; la strada maestra d'Antibo è lì presso".
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Dio Varo Antibo Dio Dio Antibo
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