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      Lo feci; ma eccomi, dopo pochi minuti, il fiume davanti. "Gran Dio! Sono vittima di una illusione? Vi sono dunque due fiumi?". E come frenetico mi posi a correre da destra a sinistra, su e giù, passando venti volte sopra ciascun palmo di terreno, in ogni direzione. Acqua! e sempre acqua! e d'ogni parte acqua! Non c'era più dubbio. "Birbanti! come mi hanno tradito!".
      A poche centinaia di passi dal mare, il Varo si biforca e forma una piccola isola in figura, per quanto posso ricordarmi, di un triangolo acuto, col mare per base e i due rami del fiume per lati. Io adunque mi trovavo dentro a questo triangolo, circondato dall'acqua, e in quale stato d'abbandono Dio solo lo sa. Un raggio di speranza mi balenò a un tratto nella mente. Deve esservi un ponte od un barchetto; i marinai si sono forse dimenticati di dirmelo, od io nella fretta e confusione non ci ho badato. Ma una diligente ricerca dal mare fino alla congiunzione dei due rami del fiume mi dette la certezza che il ponte almeno non v'era. Però là in fondo presso la riva opposta vedevo qualche cosa di nero che si muoveva nell'acqua. Il cuore mi fece un balzo: "Ehi! barca!...". Nessuna risposta. Allora aguzzai gli occhi per vedere che cosa fosse realmente ciò che avevo preso per un barchetto: non era altro che l'ombra nel fiume di un albero della riva opposta, i cui rami erano mossi dal vento. Non v'era né ponte né barchetto: innanzi a me non c'era che un fiume spumeggiante, la nuda realtà in tutta la sua tremenda evidenza.
      Come m'avevano barbaramente tradito quegli uomini!


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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