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      Qualunque cosa si pensasse e sospettasse di me, non lo dette a vedere; ma volle medicarmi i piedi laceri e sanguinosi, da vera donna piena di sollecitudine e di tenerezza per chi soffre, si presenti sotto qualunque forma si voglia.
      Il modo di vestire però doveva avere nel suo insieme qualche cosa di grottesco e di bizzarro, perché il giorno dopo, quando fui smontato di diligenza a Marsiglia, il mio aspetto destò molta ilarità nelle persone presenti, una delle quali, segnandomi a dito, gridò: "Guarda che damerino! Scommetto che va a sposarsi!".
      L'accoglienza che ricevetti all'Hôtel du Midi, dove andai in cerca d'una camera, mi confermò in quella credenza, e mi fece sentire la necessità di provvedermi di abiti che meno richiamassero l'altrui attenzione. Perciò andai subito da un cappellaio e da un calzolaio, come anche da un mercante d'abiti bell'e fatti. Un'ora dopo ero nuovamente vestito da signore. Come il caso volle, l'abito che mi tornasse meglio, era nero; e così pareva che avessi il lutto.
      M'affrettai di correre da Fantasio che mi ricevette come un amico riceve un amico carissimo, e che non sperava di rivedere di qua dalla tomba. Prima di lasciar Genova, m'ero ingegnato d'informarlo della mia possibile venuta a Marsiglia in capo a pochi giorni; ma siccome era scorsa più d'una settimana senza che mi vedesse o avesse le mie nuove, aveva concluso che il mio tentativo di fuga era andato a vuoto e che io ero caduto nelle mani della polizia. Grande fu perciò la sua gioia nel vedermi sano e salvo, come grande fu la mia nel trovarmi a fianco di un amico affezionato.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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