Al che Scipione, così freddo freddo: se tu m'avessi battuto, dimmi per vita tua, dove ti saresti tu messo? Il primo di tutti.
Certa cosa è che Annibale ebbe una capacità mirabile nel mestiero: e quei famosi conquistatori, che hanno lasciato così gran nome, in quello almeno che è industria di saper mettere insieme e mantenere un'armata, non se gli avvicinarono a un pezzo.
Se Alessandro passò in Asia con poche truppe, erano finalmente Macedoni che si battevano sotto gli occhj del proprio Re, o Greci, più inveleniti contro i Persiani degli stessi Macedoni. S'ei scarseggiava di danaro, o di viveri, le battaglie ch'ei guadagnava lo fornivano di tutto. Dalla caduta o dalla resa d'una sola città dependeva il metter subito le mani su tutti i tesori di Dario, il quale diventava mendico nel suo proprio paese a misura che Alessandro vi s'arricchiva. Scipione fece la guerra in Affrica con le legioni, levate dalla Repubblica e fatte sussister dalla medesima Repubblica. Cesare ebbe gli stessi vantaggi per la conquista delle Gallie, e alla fin delle fini soggiogò i Romani col lor danaro e con le lor proprie forze.
Annibale aveva unita a un piccolo corpo di Cartaginesi una gran mescolanza di nazioni messe insieme tutte da lui, e dalle quali egli avea saputo farsi obbedire in un'eterna penuria d'ogni cosa. Quel che è il più strano, le battaglie, per vantaggio ch'ei v'avesse, non gli slargavano niente più il panno, e non si trovava gran cosa meno impicciato dopo una battaglia vinta che innanzi. Ma la sustanza è ch'egli aveva de' talenti che forse non ebbe nessuno di quest'altri, come, a dire il vero, nessuno forse di quest'altri sarebbe caduto nell'errore dov'egli cadde.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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