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      Nè si contenta Salustio di ritrarci gli uomini ne' loro elogj: ei gli fa ritrarre da lor medesimi nelle concioni ch'ei mette loro in bocca, sempre tagliate al loro naturale. In quella di Cesare s'arriva a intendere assai facilmente che quel suo grande zelo per la conservazione delle leggi e per la dignità del Senato, gli farebbe sentir il discorso d'una congiura senza inorridirsi. Talvolta ei si lascia scappar delle tenerezze verso i Congiurati: Dell'altra vita non parla tanto a mezza bocca, che non s'intenda assai chiaro quel ch'ei ne pensi. Gli Dij, si vede che gli danno meno da pensare che i Consoli; e la morte, a detta sua, non è altro che la fine de' guai e il riposo de' miserabili. Catone si fa il suo ritratto dopo che Cesare s'è fatto il suo. Si vede andare al buono, ma sempre per una strada scabrosa: la severità de' suoi costumi è inseparabile dall'integrità de' medesimi: e nell'aggiustatezza dei suoi consigli raffigurate sempre la fastidiosaggine del suo umore e la salvatichezza delle sue maniere.
      Le smanie in che vedo dar Cicerone per udir ristrette tutte quelle gran lodi che gli par di meritare in quel laconichissimo elogio d'Optimo Consuli, me lo fa squadrar subito per un uomo d'ottima intenzione, ma baggiano in superlativo grado. In somma i ritratti degli attori son dipinti così al vivo e così spiranti, che non solamente io vi riconosco quel che ognuno di loro era capace di fare, ma mi par di veder con gli occhj tutto quello che passò nella Congiura di Catilina.
      L'istesso nella guerra di Giugurta.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
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