Ei sa d'ogni cosa e d'ogni cosa assaissimo. Il sapere, che spesso guasta i cervelli, perfeziona il suo, e come se in grazia di lui deponesse tutto quello che egli ha d'astruso e di ruvido, passa in quello spirito con tutti i suoi lumi più purgati e più chiari senz'abbagliarne la lucidezza. Niuno meglio di lui assapora la bellezza d'una composizione e niuno meglio di lui ne sa cavar le mani, atto ugualmente al giudicare e al comporre; onde non saprei dire s'ei si meriti maggiore stima o per la finezza del discernimento, o per la delicatezza del genio; ma lasciamo oramai di parlar del suo, e vediamo di quello dei Cortigiani.
Secondo che costoro, o son rallevati tra' Principi, o stanno lor sempre tra' piedi, gl'imparano a conoscer per aria: e facciano i padroni quel che vogliono, non occorre che si diano ad intendere di poter aver debole che questi non isquadrino, nè genio, nè contraggenio, del quale non s'avveggano l'istesso giorno che principia. Di qui l'insinuarsi, l'andare a' versi, e tutte le attenzioni più fine che formano un'arte, se non sempre di guadagnare i cuori, almeno di conciliarsi le volontà. Vero è che in questi tali, o sia che paia lor fatica o bassezza l'applicare a' ministerj esterni, il fatto si è che riescono ignorantissimi degli affari, e l'età raffreddando loro il brio e la galanteria, vien loro a mancar sotto tutto il fondamento del far figura. Così invecchiano sotto quelle portiere per trastullo de' Giovani che fanno loro costar cara la sodisfazione del tenergli a scuola: con questa differenza, che gli scolari, per l'ordinario, fanno quello che hanno a fare, e i maestri quello che non hanno a far più. E certo, l'uomo il più di garbo del mondo, ridotto a non esser più buono a servir nessuno, se invecchiando la scampa dal rendersi redicolo, fa assai.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Cortigiani Principi Giovani
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