Tutti i suoi lineamenti sono benissimo disegnati, cosa che si vede assai di rado. Di più, sono tutti amabilisimi, cosa che non si vede quasi mai, parendo che la natura per un suo capriccio si picchi di saper cavar l'amabile dall'irregolare, e che le bellezze tanto finite, quanto più hanno di che farsi ammirare tanto meno abbiano il segreto di saper piacere. Emilia ha gli occhj "pietosi": il colorito, dirò, benissimo degradato, accordato, delicatissimo: la bianchezza de' denti, il vermiglio delle labbra, ohimè, sono espressioni troppo rancide, troppo generali per un'attrattiva segreta e particolare che non mi dà il cuore di ritrarre a penna: dirò solamente che a non esserci rimasto questo originale, quel giro di sotto del viso, dove gli antichi riponevano la maggior perfezione d'una bellezza, in oggi non si troverebbe altrove che nell'idea di qualche pittore, o nelle descrizioni che ce ne hanno lasciato gli antichi medesimi: per anima poi di tante belle cose, voi le vedete sul viso una freschezza vivace, un'aria di sanità, una pienezza così aggiustata che non ce ne fa stare con la minima apprensione.
La vita, d'una giusta statura, di bellissimi contorni, snella d'una scioltezza ugualmente lontana dal legato e da quel tanto avvenente che distrugge la buona grazia e la buona mina. Aggiugnete un portamento nobile e un contegno serio, ma niente caricato, che nè si misura, nè si sconcerta per niente: il ridere, il parlare, il gestire, tutto amabilità, tutto grazia, tutto decoro.
Il suo spirito ha della sfera senza dar nel vasto, non pigliando mai tanta fuga in certe idee di pensieri generali, ch'ei non sappia pararsi, dar addietro e restar su le riflessioni particolari.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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