Dopo lunghe conferenze, nelle quali ei mi fece veder insin dove può arrivar la ragione, lo sento a un tratto uscire a dolersi che la natura abbia dato una sì gran distesa alla nostra curiosità, e un confine così ristretto alla nostra cognizione. Quello che mi fece il maggior colpo fu il conoscerlo io uomo da non parlare a quel modo nè per staffilare la presunzione degli altri, nè per affettare un'umiltà ippocrita per sè: ma puramente perchè con tutto ch'ei non ignorasse quel che si possa dire di dimolte cose, era persuaso di non aver fondamento di promettersi d'intenderne nessuna. Più non ce ne volle per farmi finir di risolvere a resecare ogni commercio con una scienza che resamisi di già sospetta per prima, mi parve troppo aerea per fondarmici maggiormente, e fui da quel punto il più maravigliato uomo del mondo in veder persone di giudizio perder tutto il tempo della vita loro in ricerche sì inutili e sì mal sicure.
Le Matematiche hanno altra riprova, non è dubbio: ma quando io considero quale innabissammento d'applicazione elle richieggano e comme elle vi rubino tutto all'operare e al divertirvi in altro, mi pare che i suoi trovati si paghino tutti, e che bisogni esser ben innamorato d'una verità per comprarla così cara. Potrete dirmi che ci son poche cose, o sia per il comodo, o per l'ornato, delle quali non abbiamo obbligo alla Geometria: e io vi menerò buono tutto e m'accorderò a lodar di buonissima fede i gran Matematici quanto che voi e più assai di voi, purchè non sia Matematico io.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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