Io ammiro le loro invenzioni, le loro produzioni, ma stimo che gli uomini di giudizio abbiano a contentarsi di sapersene ben servire; poichè a parlar praticamente, il mondo è fatto più perchè ce ne serviamo che perchè l'intendiamo.
Io quanto a me, pe' galantuomini stimo che non ci siano scienze più adatte della Morale, della Politica e delle belle lettere.
La prima per la ragione, la seconda per la società, la terza per la conversazione. Quella c'insegna a regger le nostre passioni: quell'altra c'introduce ne' misterj del governo e c'insegna' a tirarci innanzi; l'ultima ci lima lo spirito e c'insinua la delicatezza e la galanteria.
Tra gli antichi le persone di qualità premevano grandemente in istruirsi d'ogni cosa. Ognun sa che in Grecia sono stati i maggiori filosofi e i maggiori legislatori, e che di quivi è uscito tutto quel di buono che hanno avuto in questo genere tutte l'altre nazioni.
Roma ebbe i suoi principj rozzi e salvatichi, e quella virtù spinosa, che a un bel bisogno non la perdonava a' figliuoli, tornò sempre molto bene alla Repubblica. Addomesticatisi gli spiriti, trovarono la via di conciliare i movimenti della natura con l'amor della patria, e da ultimo rammorbidirono la giustizia e messero in gala la ragione. Così, si vede che in quegli ultimi tempi non v'era più persona di qualità che nella filosofia non si fosse buttato a qualche setta: non per vaghezza o malinconia d'arrivare a intendere i principj e la natura delle cose, ma puramente per un impiego, per un esercizio, e per una coltura dello spirito.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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