Basti che in eloquenza ei la poteva disputar con Cicerone; e benchè egli non si curasse di mettersi su questo filo, non è per questo che il suo modo di parlare e di scrivere non avesse altr'aria di signore che quel di quell'altro.
Dissertazione su l'Alessandro Magno
Dopo che io ho letto l'Alessandro Magno, l'età grave di Corneille non mi fa più tanto paura, anzi comincio a sperare che la tragedia non abbia a morir con lui. Quello che solamente io vorrei, sarebbe che prima di morire ei si contentasse d'adottar l'autore di quest'opera, per aver motivo di formarsi con tenerezza di padre il suo legittimo successore. Vorrei bene che la sua maggior premura fosse in fargli pigliare quel buon gusto dell'antichità ch'egli ha per sè in tanta eccellenza: ch'ei l'introducesse nel genio delle nazioni morte e nell'intimo dei caratteri degli eroi passati. A mio giudizio queste sono le sole cose che mancano a questo bell'ingegno. Egli ha de' pensieri forti e arditi, e maniere d'esprimergli a proporzione: ma, resagli questa giustizia, credo che mi darete licenza ch'io vi dica che, o vogliate Alessandro o vogliate Poro, si conosce ch'ei non gli ha mai veduti in viso. Se a sorte, come pare, egli ha preteso di darci un'idea di Poro maggiore di quella d'Alessandro, questo non era mai riuscibile: perchè s'abbatte che l'istoria d'Alessandro, per vera che ella sia, ha tanto del Romanzo che il voler fare un Eroe ancor più grande di lui è un dar nella favola e un torre all'opera non solamente il credito della verità ma la grazia del verisimile.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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