E poi da ultimo, mancatole tutto fra mano, non lasciar mancar sè a se stessa, e nell'insufficienza o nella dappocaggine di tutti i cuori ch'ella avea guadagnato per salvar la patria, saper cavar dal suo un ultimo soccorso per metter in sicuro la sua gloria e la sua libertà.
Insomma, Corneille non fa niente a caso, e dove si tratta particolarmente del decoro de' suoi eroi, pensa a tutto; e non crediate mai che per mirabile che sia quella scena amorosa di Cesare con Cleopatra, che arriva a interessare i cuori i più indifferenti, egli l'avesse introdotta se Cesare in quell'ora avesse potuto immaginarsi per ombra quel che gli poteva succedere in Alessandria. Ma vinta di là da vinta la battaglia di Farsalia, morto Pompeo, e messo in fuga quel poco che vi potev'esser rimasto de' suoi partigiani, non è tanto gran cosa che Cesare, considerandosi con tanto fondamento padrone di tutto, si creda in stato di poter offerire una gloria di già sua e una potenza di già assicurata. Ma scoperta la congiura di Tolomeo, riconosciuta la brutta positura delle cose sue, la sua vita in pericolo, voi lo vedete subito un altro. Allora non è più un amante che s'esprima alla Dama della sua passione: egli è il Generale dell'armi romane che discorre con la Regina del comun pericolo, e la lascia in fretta e in furia per accorrere a quel che richiede la sicurezza di lei e la propria.
Sarà dunque cosa redicola l'introdur Poro tutto invasato di una passione amorosa sul punto d'una battaglia che per lui aveva a decider del tutto.
| |
Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
|
|
Corneille Cesare Cleopatra Cesare Alessandria Farsalia Pompeo Cesare Tolomeo Dama Generale Regina Poro
|