Alcuni di questi esempj obbligano le più accorte a pensare ai casi loro, ond'è che rappresentandosi il matrimonio come una spezie d'avventura, hanno per bene di non muoversi di dove sono. Quelle che si maritano, una volta ch'elle hanno fatto quel passo, si credono decadute da ogni diritto di poter più disporre di lor medesime, e non veggon altro che la pura pura materialità di quel dovere. Guarda che cadesse loro semplicemente in pensiero di conservarsi quella libertà d'inclinazioni che altrove, eziandio le più savie, senz'attender la lor nuova dependenza si ritengono come per un conto a parte dal primo impegno. Qui ogni cosa è infedeltà: e l'infedeltà, che è un gran capitolo della galanteria delle Corti dove si sa vivere, è il maggior de' vizj tra questa buona gente, savissima, non è dubbio, nella condotta del governo, ma poco intendente di piaceri delicati e di maniere gentili. I mariti però pagano molto cara questa fedeltà delle loro donne, obbligandogli a una gran subordinazione: a segno che se qualcheduno poco alla moda pretendesse di voler esser padrone in casa sua, la sua moglie diverrebbe dalla prim'ora l'oggetto della commiserazione e il marito quello dell'esecrazione di tutto il paese.
Una disgraziata esperienza m'abilita, come voi vedete, a poter leggere in catedra di queste particolarità, non senza farmi rimpiagner quel tempo nel quale un trova più il suo conto in sentire che in conoscere. Qualche volta richiamo il mio me passato per riscaldare il mio me presente, e della memoria de' vecchi sentimenti sento formarsi in me qualche principio di nuova disposizione a uscir dell'indolenza se non a entrar nella tenerezza.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Corti
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