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Io non mi distenderò gran cosa in parlarvi dell'Aia: basta che i forestieri ne rimangono incantati, anche tornando di Roma. Da una parte ve n'andate al mare per una strada degna della magnificenza de' Romani. Dall'altra entrate in un bosco il più dilettevole ch'io m'abbia veduto ai miei giorni. In un luogo medesimo voi trovate case da formarne una superba città, e non così piccola, e bosco, e stradoni, da formarne a certe ore particolari una solitudine deliziosa. In quelle vi ritrovate tutti i piaceri innocenti della campagna: in altre tutto quello che è consecutivo alla bùlima delle città più popolate. Nell'ore destinate alla conversazione l'adito per le case è più libero che in Francia; e in quelle che una regolarità a dire il vero un po' rigorosa obbliga i forestieri a licenziarsi, e rimette la famiglia su 'l viver domestico, più ristretto che in Italia. A ogni tanto andiamo a far la Corte al giovane Principe, il quale si contenterà che io non dica altro di lui se non che, della sua età, niun altro mai della sua condizione ha avuto lo spirito così ben fatto.
OpereSlegate
di
M. di S.E.
Parte II
Su quella massima che agli amicinon s'ha a mancar mai
Questa è una massima approvata da tutti: l'amico il più debole e il più forte, l'ingrato e il riconoscente, tutti parlano l'istesso linguaggio, e pure son così pochi quei che la mettano in pratica. Venga il discorso d'aver a riconoscere un benefizio, ognuno va di là da Seneca; venga l'occasione d'aver a corrispondere a un benefattore, nessuno si confessa giusto: chi ha dato ingrandisce chi ha avuto rimpiccolisce: il mondo è pieno di fanfaroni in amicizia.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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