Le novellizie di tutti i nuovi impegni hanno un non so che d'appetitoso che fa venir voglia d'andar più innanzi: come cominciano a maturare, empiono.
E però quando si vede la mutazione non bisogna farne tanto rumore, che è maggior ingiustizia di chi si duole che di chi si muta. Vi son certi, che non è niente più in loro arbitrio l'amare o il non amare, che lo star bene o lo star male. Il più che si possa pretendere da questi tali che sogliono esser sempre persone leggiere è che si contentino di non vergognarsi di confessare la lor leggierezza e di non voler la trasgressione dell'inconstanza col delitto del tradimento.+++
Perchè, sapete? succede bene spesso che l'amicizie le più ferme, e le confidenze le più intime insensibilmente si rallentano dalla nostra parte medesima senza che ce n'avvediamo, e però non bisogna che corriamo a furia a dolerci del compagno: e talora, se ci mettessimo la mano al petto, troveremmo che gridiamo al ladro per poterci salvar nella folla. Voglio dire che alle volte non ci dispiace punto che la mutazione dell'amico serva a un tempo d'esempio e di scusa a quella alla quale già ci sentiamo disposti: che però andiamo a caccia a pretesti, e facciamo il disgustato per uscir di suggezione con miglior faccia. Ma dato anche per un vero sentimento il nostro, forse non è sempre un vero mancamento quel dell'amico: chi ci assicura che non sia anzi il nostro? Crediatemi, che quel che noi chiamiamo delitto del cuore spesso non è altro che fiacchezza della natura.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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