+++]Ma, o Corte o non Corte, bisogna darsi ad intendere che tutto il mondo è pieno di due sorte d'uomini: gli uni, che attendono a fare il fatto loro, gli altri, a darsi piacere e bel tempo.
I primi, fuggono l'abbordo de' miserabili, temendo di non pigliare il lor male per contagione; però a questi, a non voler perder pratica, bisogna nasconderlo e studiare il modo di poter loro esser buono a qualche cosa. [La strada più sicura, anzi l'unica e infallibile, è l'interesse: con la commiserazione non farete mai nulla, pensate: questa è gente propriamente fatata da una lunga consuetudine contro la pietà delle altrui miserie, e non hanno altro di sensitivo che per lor medesimi.]Quegli altri, che si danno tutti in preda alle loro sodisfazioni, ritengono un poco più dell'uomo e hanno più d'una presa. Le loro dame, i loro confidenti, tutti ne cavano: il loro cuore è più aperto, ma la loro condotta è più irregolare; la passione la fa sempre vedere all'amicizia, e le convenienze della vita civile sono loro un giogo insopportabile. A volerla durar con essi, bisogna secondargli ne' loro piaceri, non s'estender nelle confidenze a quel che non si vuol che si sappia, e aver per trovato tutto quello che riesce di cavarne.
Tutto il segreto consiste in sapere squadrar bene queste due sorte di cervelli. Infin che si sta nel mondo, bisogna non volersi emancipare dalle sue massime, non essendoci pazzia più infruttuosa della saviezza di quelli che vogliono erigersi in riformatori del secolo.
Questo è un mestiero che non si può far lungamente senza disgustare gli amici, e senza rendersi redicolo.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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Corte Corte
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