Pagina (88/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Con questi vecchj corpi passò Annibale ad attaccar l'Italia, corpi fatti a combattere e a vincere sotto di lui. I Romani, all'incontro, se vollero difendersi ebbero a fare le loro leve in caccia e in furia, gente tutta o nuova o disagguerrita: i loro Generali, bravi ma assai indietro ad Annibale a esperienza: quello troppo avventato, quell'altro troppo lonzo, sempre gelosi del comando e mal d'accordo tra di loro.
      Tutta l'applicazione d'Annibale a cercar di riconoscere il piano e 'l forte di tutti, e a squadrare da capo a piede il genio e la condotta d'ogni Console che aveva a fronte.
      Con questa scuola, conosciuta l'ardenza di Sempronio, lo stuzzica, lo tira a giornata, e vince la battaglia del Trebbio. La disfatta del Trasimeno appresso a poco andò essa ancora per l'istesso verso.
      Vien Flaminio, e ritrovatogli presto presto il suo debole dell'alterezza, comincia a bruciargli ogni giorno sotto gli occhj le più belle terre d'Italia. Quello per un poco ebbe flemma, ma quell'altro seppe mettere a leva così bene quella sua temerità naturale, che da ultimo gli scappò, e lasciatosi straportare malgrado la resoluzione che egli aveva fatta di non voler la battaglia, ci viene con svantaggio di sito e ci perde la vita e l'armata.
      Fabio tiene una condotta del tutto contraria a quella di Sempronio: e Annibale una del tutto contraria con esso seco.
      Dopo la giornata del Trasimeno, il Popolo Romano per riparar tante perdite venne alla creazione d'un Dittatore e d'un Generale della Cavalleria; il Dittatore fu Quinto Fabio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Annibale Italia Romani Generali Annibale Annibale Console Sempronio Trebbio Trasimeno Flaminio Italia Sempronio Annibale Trasimeno Popolo Romano Dittatore Generale Cavalleria Dittatore Quinto Fabio