Pagina (105/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vorrei che mi si dicesse se da che ha preso piede questa peste c'è stato mai più uno che si sia accostato nè poco nè molto alla gloria d'un Tucidide, d'un Iperide, e se di quanti versificatori ci sono stati, s'è mai veduto un verso che si potesse sentire. O vogliate prosa, o vogliate versi, secondo che tutto ha avuto del medesimo latte guasto, così nessuno c'è invecchiato. Per non parlare dell'altre arti, abbiamo veduto fare l'istessa fine anche alla Pittura dopo che gli Egizj con la loro saccenteria hanno preteso di trovar la scorciatoia d'un'arte così lunga e così operosa.
      Intanto che nel discorrere m'era riuscito il pigliar fuoco un po' più di quello che non averei voluto, Agamennone, non sodisfatto dei mi rallegro che aveva ricevuto all'uscir di catedra da quelli che s'erano fermati in scuola per far questo complimento che una certa buona creanza par che renda indispensabile con chi dice in pubblico, se n'era venuto nel portico, verisimilmente per riscuoterne degli altri, e forse più particolarmente da noi, essendo le lodi all'appetenza del nostro amor proprio una vivanda troppo ghiotta per pigliarne con moderazione. Ma trovato che io arringava con tant'enfasi, e potutosi accorgere che io faceva le viste di non accorgermi di lui, mi si messe dietro per sentire. Per un poco stette forte, ma alla fine gli scappò. Io veramente non m'assicuro che egli pigliasse tanto il mio discorso per fatto in generale su l'eloquenza, ch'ei non se l'arrecasse per una critica assai individuale su la sua orazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Tucidide Iperide Pittura Egizj Agamennone