Voglion esser pensierini, vogliono esser forme di dire spavalde, vogliono esser tracce arzigogolate, vogliono esser lampi d'ingegno, e sopra tutto spacciar questa cattiva mercanzia con faccia tosta. Del resto, quello che è giudizio, che è tessitura, che è sentimento, questo è quello che importa manco: purchè si faccia travedere, purchè si dia nell'umore ai più, che in tutto un auditorio vi siano due o tre galantuomini che si ridano de' nostri spropositi, che mal vi fa egli? E voi ridetevi di loro. Vedete: gli Oratori sono tanto quanto come quelli che hanno per mestiere l'andare a caccia a desinari e a cene da chi si diletta d'apparecchiar bene. A questi conviene l'andare ai versi, e però bisogna che la mattina, fermato ch'egli hanno dove vogliono appoggiar l'alabarda, il loro primo studio sia il pensare a dir cose con le quali s'assicurino di piacere: o a ragione, o a disragione, questo poi non importa, come l'uccello impania, hanno guadagnato la loro giornata. Così i Professori d'Eloquenza: bisogna che essi ancora diano di man in mano della pastura alla quale più tira il pesce che vogliono pigliare, altrimenti torneranno a casa con la zucca vuota, e quel che è peggio, con lo stomaco ancora. Ora, che pretendereste voi? Che quel povero ghiotto, come dire, che gli piace il buono e che non ne può avere a casa sua, per non correr risico d'aver a dare una lode che non sia più che meritata, si contenti di passarsela tutto l'anno con una minestrina di castrato, o con dell'uova sode? o che quel tapino pescatore, per
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
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