non fare una soperchieria ai pesci, se ne stia tutto il giorno su la riva d'un fiume, sotto la sferza del sole aspettando che gli saltino nella zucca di loro cortesia? La colpa è de' Padri, e bisognerebbe dare un cavallo a loro che non lasciano istradare i loro figliuoli nè a modo nè a verso, e in cambio di tenergli sotto con le regole e co' precetti, non veggono l'ora che comincino a comporre di propria testa e portare a mostra le loro sconciature prima per le scuole e poi per le accademie, straziandogli così con la loro ambizione, giusto come se l'eloquenza, che pure per confessione di loro medesimi è una cosa così grande, e tanto grande che essi non ci son mai arrivati da vecchj, fosse diventata una veste di mezzo da far portare ai ragazzi tra la gonnella e i calzoni. Che se si contentassero un poco di fargli salire e non subito volare, se lasciassero un po' fare ai Maestri, e soffrissero che quando egli hanno alle mani certi spiriti ardenti e volonterosi di far da sè andassero loro un poco alla mano con tenergli su la lettura, assodandogli e formando loro il giudizio su le cose degli altri, e in cambio di lasciargli così facilmente pigliar la penna in mano e correre a schiccherare i fogli d'ogni ciancia che vien loro in capo, gli tenessero per un pezzo a far l'orecchio a quello che va imitato, oh, parrebb'essere che vedessimo ai nostri giorni ritornata l'eloquenza su 'l suo trono. Ma che volete? Chi da ragazzo non fa altro in scuola che far delle baje, da giovane non bisogna poi che gli paia di strano se, o vogliate nella Curia o vogliate nella Corte o vogliate nelle conversazioni, non fa altro che farsi scorgere e servir di trastullo alle persone.
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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263 |
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